Hin und züruck (2017)

Andata e ritorno

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HIN UND ZURÜCK nasce originariamente come progetto cinematografico, mai realizzato. L’idea di partenza è quella di un viaggio in treno a dicembre 2005 da Wroclaw a Walbrzych, la prima una città viva e ricca culturalmente, la seconda un’ex città mineraria allora in totale rovina. Il progetto di un film su di un gruppo di gente che dalla propria bella città raggiunge una specie di città fantasma e la distrugge, torna a casa la sera e si accorge di aver distrutto la propria città di origine, fu convertito in un documentario – ritratto sperimentale della città di Walbrzych, intitolato THE WALBRZYCH NOTEBOOK (2010).
Il radiodramma HIN UND ZURÜCK sviluppa il tema collocando le due città fuori dal tempo e da luoghi ben definiti. E’ un western movie per l’orecchio con elementi di musica barocca, drum’n’bass, ottocento italiano, country music, musica giapponese.
Tema base dell’opera è la ricerca di un luogo immaginario della coscienza dove tutto è permesso, dove la materia scura, la perversioni, le pulsioni più controverse diventano opera d’arte, gesto estetico. Tale luogo (la seconda città) si colloca nella routine quotidiana (la prima città) si specchia in essa, ne rappresenta la continuazione ideale.
La narrazione è affidata a tre personaggi: un custode che vive lì da sempre, prende appunti su taccuini che mai rileggerà, conosce le storie di tutti, racconta parlando e cantando; una voce femminile che interpreta i pensieri di tutti i personaggi in una sorta di monologo interiore-flusso di coscienza, per poi partorire i vari personaggi-pensieri ognuno con la propria voce e infine riassorbirli nel proprio ventre materno; un controllore arrogante e antipatico, specie di Caronte, che traghetta i personaggi-pensieri da una città all’altra.
Le due città sono vere e proprie architetture musicali dove ad ogni palazzo corrisponde un tema diverso; collegate (per quasi 70 minuti) attraverso l’uso di diversi tempi metronomici diventano un’unica città-contrappunto fra pensieri, architetture, azioni, suoni e parole.


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A dicembre 2005 mi trovavo in Polonia. Feci un viaggio in treno dalla città di Wroclaw alla città di Walbrzych.
Avevo con me la telecamera e mi divertivo a riprendere i paesaggi dal finestrino, i volti delle persone, i dettagli della carrozza. Mi piaceva soprattutto il paesaggio che man mano che mi allontanavo da Wroclaw diventava sempre più grigio e allo stesso tempo si apriva su di una campagna innevata che sembrava emergere da altri tempi.
Walbrzych all’epoca era ancora una città in rovina, meglio di 15 anni prima, in quanto c’erano segni di ricostruzione, ma molti quartieri cadevano a pezzi, i muri anneriti dal carbone, molta gente ubriaca per la strada.
Qualche settimana dopo tornai a Walbrzych per il giorno di Natale. La città alle 2 del pomeriggio era quasi completamente deserta. Attraversai la città in lungo ed in largo sempre con la telecamera, e forse fu allora che mi venne in mente l’idea di un film in cui un gruppo di gente parte da una bella città ricca di stili e culture diverse, si dirige verso una città grigia, meno grande, cadente, deserta, e comincia a distruggerla. Pensai che quella era l’occasione buona per riprendere le varie locations che avrei voluto nel film.
Tempo dopo, a Lucca, iniziai a costruire un video che intitolai FOUR STUDIES ON LOCATION AND PEOPLE. Tale progetto diventò una specie di cortometraggio sperimentale che nel 2008 presentai al Cucalorus Film Festival a Wilmington in North Carolina.
Mi incontrai anche con un produttore cinematografico a Norimberga con cui mi aveva messo in contatto la mia amica regista Ullabritt Horn. Ma il progetto sembrava non interessargli e inoltre avevo le idee poco chiare su come avrei condotto un’operazione di tale portata.
Four Studies diventò la parte finale di un documentario sperimentale più vasto che intitolai THE WALBRZYCH NOTEBOOK e portai a compimento nel 2010. In questa versione, il viaggio in treno da Wroclaw a Walbrzych culmina in una sorta di poema visivo e acustico, una camminata solitaria nei quartieri grigi e deserti, costruita su suoni di passi nella neve, vetri rotti, rumori metallici, suoni elettronici. Una volta sul treno di nuovo, il lungo viaggio di ritorno porta costantemente a Walbrzych, come se i passeggeri non trovassero più la via del ritorno.

Nel 2012 dopo alcuni mesi che avevamo terminato la produzione di AMORE MIO – Love Songs und anderer Kram il mio produttore Frank Halbig mi chiese un nuovo progetto radiofonico che estendesse le possibilità drammaturgiche dell’opera precedente; in altre parole, un radiodramma ibridato da musica e canzone d’autore con elementi di ars-acustica. Optammo per un Western e mi venne subito in mente la storia di un gruppo di persone che da una bella e ricca città viaggiano in treno verso una città piccola e scalcinata e la distruggono. Poi tornati a casa la sera, si accorgono di aver distrutto la propria città da cui erano partiti. O meglio la piccola città è una zona franca all’interno della grande città, dove tutto è permesso.


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Prodotto da Stefano Giannotti per SWR 2,  fra il 2014 ed il 2017
Storia, testo, regia e musica: Stefano Giannotti
Redazione: Frank Halbig
Assistente: Lukas Fütterer
Traduzione tedesca: Olivia Toffolini
Traduzione inglese: Bonnie Eldred
Sound engineers: Manfred Seiler, Jon Krol
Casting: Sylvia Böttcher

Custode: Henrik von Holtum
Narratore: Caroline Junghanns
Controllore: Jürg Löw
Insegnante: Stefan Roschy
Fotografa: Nadine Kettler
Avvocato: Klaus Cofalka-Adami
Prete: Horst Hildebrand
Muratore Guldo: Robert Besta
Violinista: Oliver Jacobs
Anziana signora: Doris Wolters
Ragazza adolescente: Anne Leißmeister
Madre sola / Donna: Constanze Weinig
Uomo: Sebastian Mirow
Ragazzo ventenne: Stephan Klauke
Altre voci: Benedict Walesh, Lukas Fütterer, Stefano Giannotti

 


 

 

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Vorrei ringraziare di cuore Frank Halbig per aver creduto e supportato il progetto; Olivia Toffolini per la splendida traduzione del testo in Tedesco; Ullabritt Horn per aver partecipato alla prima stesura cinematografica della storia; Marco Sodini, il cui aiuto è stato fondamentale per dare al lavoro una direzione drammaturgica, quando hai il terrore della pagina bianca; a tutto lo staff della SWR che ha reso possibile questa meravigliosa avventura.

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HIN UND ZURÜCK – Der Banhof


HUZ-Ringraziamenti