The Masterpiece (2003)

masterpiecetextTESTO ITALIANO

C’era una volta…Un deserto molto triste. Qualcuno mise la prima pietra. Qualcuno mise la seconda. Qualcuno costruì una città. Qualcuno arrivò e la distrusse. Qualcuno fu sterminato. Qualcuno rimase e fece all’amore. Qualcuno nacque e disse come la pensava. Qualcuno modificò l’arco precedente. Qualcuno scagliò la propria pietra. Qualcuno la lavorò. Una nuova città fu eretta. Qualcuno arrivò e la distrusse. Ritagliò mille piccoli pezzi. E poi li ricompose. Prosperò sulle macerie. Completò l’architrave. Cancellò la diagonale.
Ridisegnò la torre. Una nuova città fu edificata. Qualcuno arrivò e la distrusse.
Qualcuno la ricostruì. Qualcuno arrivò e la distrusse. E così via. E così sia.
Per secoli. Per millenni. Una città permanente. Milioni di stili. Milioni di idee. Un bel giorno… La città delle città fu terminata. Le trombe squillarono. Le campane suonarono a festa. Il Sindaco tenne il discorso. Molti guardarono in silenzio.
Qualcuno trasse le sue conclusioni. Qualcuno disse “mmmm…” Qualcuno disse “ah…” Il Primo critico spese qualche parola di elogio. Il Secondo Critico ci provò appena. Il Terzo Critico parlò di Estetica. Il Quarto Critico ruppe il naso al Sindaco. Qualcuno sorrise. Nessuno intervenne. Nessuno disse il contrario. Chi ci provò fu allontanato. Nessuno voleva viverci. Molti tornarono nel deserto. La città permanente è un museo. Un museo nel deserto. Un monumento nazionale. Fatto di ossa. Cartilagini. Nasi e braccia, Unghie e sguardi. Cuori e padiglioni auricolari. A volte la visitiamo per le vacanze. Mia moglie la trova carina. Mia figlia osserva i dettagli e fa le domande. Mia suocera non la sopporta proprio (la città). Io non la capisco (la città). Il tempo è il Custode Il Custode osserva l’avvicendarsi. Silenzioso annota il passaggio.

SG 2003-03-06


TESTO TEDESCO

Es war einmal eine sehr traurige Wüste. Irgendjemand setzte den ersten Stein.
Irgendjemand den zweiten. Irgendjemand baute eine Stadt. Irgendjemand kam und zerstörte sie. Irgendjemand wurde vernichtet. Irgendjemand blieb und hatte eine Liebschaft Irgendjemand kam zur Welt und sagte, was er von allem hielt. Irgendjemand veränderte den früheren Torbogen. Irgendjemand warf seinen Stein. Irgendjemand bearbeitete ihn. Eine neue Stadt wurde errichtet. Irgendjemand kam und zerstörte sie. Zerlegte sie in tausend kleine Teile. Setzte die Trümmer neu zusammen. Vollendete den Tragbalken. Radierte die Diagonale aus. Entwarf einen anderen Turm. Eine neue Stadt wurde erbaut. Irgendjemand kam und zerstörte sie. Irgendjemand baute sie wieder auf. Irgendjemand kam und zerstörte sie. Und so weiter. Und so sei es. Jahrhunderte… Jahrtausende lang. Eine immerwährende Stadt. Millionen Baustile, Millionen Ideen. Eines schönen Tages war die Stadt der Städte fertig. Die Glocken läuteten zum Feste.
Der Bürgermeister hielt eine Ansprache Viele sahen schweigsam zu. Irgendjemand sagte “mmmm”. Irgendjemand sagte “aah’” Der erste Kritiker äußerte ein paar Worte des Lobes Der zweite Kritiker hob nur noch an dazu. Der dritte Kritiker sprach von Ästhetik. Der vierte Kritiker schlug dem Bürgermeister die Nase ein. Irgendjemand lächelte. Niemand mischte sich ein. Niemand behauptete das Gegenteil. Wer es versuchte, wurde entfernt. Niemand wollte dort leben. Viele gingen zurück in die Wüste. Die immerwährende Stadt ist ein Museum in der Wüste. Ein nationales Denkmal. Aus Knochen. Knorpel. Nasen und Armen. Nägeln und Blicken. Herzen und Ohrmuscheln. Manchmal besuchen wir sie in den Ferien. Meine Frau findet sie hübsch. Meine Tochter betrachtet sie im Detail und stellt Fragen. Meine Schwiegermutter kann sie nicht ausstehen (die Stadt). Ich verstehe sie nicht(die Stadt). Die Zeit ist der Wächter. Der Wächter beobachtet die Wechselfälle. Stillschweigend vermerkt er die Übergänge.

Testo, musica e regia: Stefano Giannotti
Produzione Deutschlandradio Kultur, 2002/2003
Redazione: Götz Naleppa