Ascolta su Wurfsendung / Deutschlandradio
Osservando temi musicali classici famosi, i cosiddetti Evergreens, mi domando cosa hanno di così speciale. La cantabilità? Probabilmente sì. L’arrangiamento orchestrale? probabilmente no (dal momento che all’epoca l’orchestrazione adottava parametri relativamente standard). Ma cosa succederebbe se creassimo una melodia utilizzando le stesse note di Rondo a la Turk di Mozart, cambiando completamente il suo senso ritmico originale, ovvero dando accenti diversi tali da stravolgere il naturale svolgimento della melodia stessa? Molto probabilmente otterremmo qualcosa di no così entusiasmante come il Rondo a la Turk, nè così degno di passare alla storia.
Al contrario, un esperimento condotto con diversi ascoltatori conferma che molti temi sono memorabili grazie al loro ritmo.
THE COMPOSERS’ SESSIONS, prodotto per il programma Wurfsendung della Deutschlandradio Kultur, sono una serie di miniature sonore, focalizzate sui ritmi estrapolati da melodie classiche.
Temi di Mozart, Bach, Beethoven, e molti altri loro illustri colleghi vengono arrangiati per batteria jazz, dunque mettendo in luce principalmente le strutture ritmiche.
Un secondo livello, più concettuale, fatto di suoni naturali, dialoga con il batterista, a volte in maniera descrittiva (come nella Primavera di Antonio Vivaldi o in Habanera di George Bizet); in altri casi i suoni naturali assumono un ruolo puramente ritmico (ne Il Bel Danubio Blu di Johann Strauss, o in Greensleeves); oppure creano astratte associazioni di significato.
Ma in ogni caso, ogni singola miniatura può essere interpretata come un’azione pura in cerca di un senso (o mancanza di senso?) primitivo. Un contesto originario fatto di basilari forme geometriche archetipiche come il punto, la linea, il quadrato, il cerchio, e così via.
Esistono anche altre versioni di THE COMPOSERS’ SESSIONS. Una è stata realizzata per gli studenti di Teoria e Solfeggio presso la Scuola di Musica Sinfonia di Lucca.
Scuola di Musica Sinfonia, giugno 2015