– Prima versione (2002): flauto, oboe, clarinetto e fagotto – MIGRAZIONI-Winds
– Seconda versione (2011-13): orchestra d’archi e timpani – MIGRAZIONI – Strings / Tympani
La città cresce geometricamente. Aumenta il suo potere fino a diventare rumorosa e aggressiva. Gli uccelli si riproducono a vista d’occhio e scappano. Migrano in qualche luogo, muovendosi in asimmettriche onde sonore
Ma la città inventa un trucco. Subdola, li riconduce a terra al ritmo geometrico di un “Drum’n’Bass”. Gli uccelli perdono il loro potere.
MIGRAZIONI è una metafora acustica del movimento. Simmetria e asimmetria si scontrano e si combinano delimitando lo spazio intero. Fuga e ritorno, continuazione e rinuncia; si può tracciare un parallelo con i comportamenti umani – ci liberiamo per cadere immediatamente sotto altre forme di potere che ci seducono.
MIGRAZIONI è anche uno sguardo al paesaggio e alle sue forme primitive (punti, linee rette e cerchi – in termini musicali, ritmi, armonie e melodie).
Il brano richiede al musicista di alternare un’esecuzione rigorosamente metronomica (nelle parti geometriche) ad un’interpretazione più libera e flessibile (le parti asimmetriche), al fine di ricreare la giusta atmosfera e catturare il significato.
Dur. 14’00”